La MIC indica la più bassa concentrazione di antibiotico in grado di inbire in vitro la crescita batterica.
Costituisce uno strumento di grandissima utilità sia per il micobiologo che per il clinico il quale viene coadiuvato nella scelta della migliore strategia terapeutica, soprattutto in caso di particolari criticità relative, ad esempio, alla sede d'infezione in determinati distretti organici, alle condizioni cliniche del paziente, alla presenza di microrganismi multiresistenti ecc.
Per interpretare la MIC in modo corretto occorre anzitutto considerare che:
1) valori preceduti da segno ≤ indicano che la crescita del microrganismo è stata inibita dalla più bassa concentrazione dell'antibiotico testato esprimendo, quindi, una notevole sensibilità:
Esempio A
MIC antibiotico X ≤ 8 - MIC antibiotico Y ≤ 0,5
Il microrganismo si è dimostrato tanto sensibile a X quanto a Y.
2) se non preceduto da tale segno, il valore della MIC dovrebbe essere valutato anche in relazione alla “distanza” dal valore del breakpoint fra la categoria S e quella I o R (limite di sensibilità).
Esempio B
MIC antibiotico X = 1 con breakpoint = 8 - MIC antibiotico Y = 1 con breakpoint = 2
X è l’antibiotico con la MIC più favorevole.
Esempio C
MIC antibiotico X = 0,5 con breakpoint = 1 - MIC antibiotico Y = 2 con breakpoint = 32
Y è l’antibiotico con la MIC più favorevole.
-Tanto più la MIC sarà vicina al valore di Breakpoint tanto più vi sarà rischio di fallimento terapeutico.
-Se il valore di MIC è ≥ allora si ha la massima resistenza per quel principio attivo.
-A parità di sensibilità/MIC, scegliere sempre le molecole efficaci più semplici (se enrofloxacina è sensibile tanto quanto pradofloxacina, scegliere enrofloxacina) in modo da non sollecitare i meccanismi di resistenza batterici verso le molecole più nuove.
-A parità di sensibilità, più basso è il valore di MIC e più sensibile è la molecola.
-Considerare farmaco cinetica e farmaco dinamica (ad esempio il principio attivo oltre che essere efficace in vitro deve poter raggiungere il sito di infezione e concentrarsi adeguatamente, deve essere di facile assorbimento ed avere una buona biodisponibilità)
-Considerare se il farmaco è dose dipendente (in questo caso ha senso aumentare o modificare la dose) oppure tempo dipendente ( non si può ragionare tanto in termini di aumento della dose quanto piuttosto di aumento della frequenza delle somministrazioni da SID a BID o TID). Ricordiamo le classi di antibiotici tempo dipendenti che sono: macrolidi, clindamicina, tutti i betalattamici, le tetracicline. Le classi di antibiotici dose dipendenti sono invece: fluorochinolonici, aminoglicosidi.